Antonio Lucio Vivaldi viene messo al mondo da Camilla Calicchio a Venezia il 4 marzo 1678, in una casetta di San Martino di Castello. Il padre Giovanni Battista viene da una famiglia di Bresci: violinista, è forse il primo ad impartire lezioni al figlio. Antonio è un bambino cagionevole e subito a rischio di morte.
Il 23 Aprile 1685 il padre di Antonio (detto Giovanni Battista “Rossi”, il colore dei capelli ereditario) entra a far parte dell’orchestra di San Marco come violinista, assunto per la sua abilità di solista.
Qui Antonio bambino riceve i primi stimoli per quella che sarà una delle storie musicali più affascinanti del ‘700? E’ vero anche che vi suonò come violinista aggiunto o in sostituzione del padre?
Il 23 Marzo 1703 Antonio Vivaldi viene ordinato sacerdote e il 12 Agosto, i governatori dell’Ospedale della Pietà, intenzionati a migliorare il livello dell’orchestra, decidono di assumere Antonio con la qualifica di Maestro di Violino di Choro, il quale l’anno successivo, 26enne, riceve il primo stipendio di 30 ducati. Sacerdote aiutato con devozione dal padre, violinista apprezzato, Maestro alla Pietà.
Oltre all’insegnamento, alla Pietà Vivaldi probabilmente dirigeva e suonava nelle esecuzioni orchestrali, e componeva musica strumentale per committenti privati e occasioni pubbliche. Nel 1705 l’editore Sala pubblica la sua Opera I, una serie di Sonate a tre. Dopo le sue 12 Sonate per violino del 1709, il successo europeo giunge con l’Estro Armonico op. 3 di due anni dopo.
Nel 1714, quando inizia la sua attività di impresario d’opera al Teatro S. Angelo, pubblica anche La Stravaganza op. 4, un nuovo, formidabile momento della sua carriera compositiva.
Nel 1713 è rappresentata a Vicenza la prima opera di Vivaldi, Ottone in villa. Dopo il primo esperimento in provincia, inizia a lavorare come impresario e compositore per il teatro S. Angelo a Venezia, dove, fino al 1739, andarono in scena diciotto sue partiture.
La strabiliante novità, sfociata nel conseguente successo internazionale, è rappresentata nella carriera di Vivaldi dalla pubblicazione ad Amsterdam nel 1725 dell’op. 8, Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione, dodici concerti nei quali emerge definitivamente la figura solistica del violino.
Dal 1718 al 1720 Vivaldi è Maestro di Cappella da Camera presso il Ducato di Mantova, vi scrive opere e cantate solistiche, e qui incontra il contralto Anna Girò (Giraud), che lo seguirà a Venezia come allieva. Lavorarono e vissero insieme in seguito, anche con la sorella di lei, Paolina, forse nel ruolo di governante. Nel 1737 e dopo la difficilissima gestione di un progetto per una stagione d’opera a Ferrara, il nunzio apostolico a Venezia informa Vivaldi che Tommaso Ruffo, cardinale legato in quella città, non gli permetterà di mettervi piede, perché non dice Messa e per la sua amicizia con la Girò. Un affare da seimila ducati va a monte e, nonostante la sua vitalità e la bella avventura di una festa musicale da lui allestita ad Amsterdam nel 1738, è come se un'ineluttabile fase di declino avesse inizio da allora.
A 62 anni Vivaldi ha nuovamente voglia di tentare, probabilmente mirando alla tranquillità di un incarico prestigioso e remunerativo promessogli dall’Imperatore Carlo VI. Così parte, con destinazione Vienna.
Ma il 20 Ottobre 1740 Carlo VI muore, la futura Imperatrice Maria Teresa d’Austria è costretta a fuggire in Ungheria e, anche se avesse voluto, non può aiutarlo, come peraltro anche Metastasio, amico e autore dei testi di quattro sue opere (e futuro librettista di Mozart).
Forse, ancora, sperava di poter lavorare per il Karntnertortheater, un teatro d’opera vicino alla casa dove abitò e dove dal 1731 al 1746 furono messe in scena dieci opere da lui composte...
Comunque, siamo alla fine: il 28 luglio 1741 Antonio Vivaldi muore in povertà, forse per un cancro, in una sfortunata Vienna.